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Nastro adesivo: guida alla scelta per ogni esigenza

Aggiornato il 10 Settembre 2024
di Gabriele Rosi
diversi tipi di nastro adesivo
Tutti usano il nastro adesivo ma non tutti sanno scegliere quello giusto.

Sì, perché, per ottenere il risultato desiderato, bisogna adoperare quello più adatto allo scopo. Dato che il nastro adesivo è utile in un'infinità di occasioni, ne esistono di tanti tipi. Nonostante ce ne sia almeno un rotolo in ogni casa e in ogni cassetta degli attrezzi, non è sempre facile distinguerne gli ambiti d’applicazione. A fare la differenza sono fattori come dimensioni, materiale, resistenza e indicazioni d’uso.

 

Per scegliere il nastro adesivo che ci serve, bisogna valutare:

    • Tipologia: ogni nastro è prodotto per essere utilizzato in determinate circostanze, in cui garantisce il massimo risultato (nastri da elettricista, nastri per idraulici, nastri da imballaggio, ecc…)
    • Specifiche tecniche: sensibilità del nastro agli agenti esterni (come raggi UV, temperatura e umidità), compatibilità tra il materiale di cui è composto e quello su cui dev’essere applicato
    • Resistenza: la risposta alle sollecitazioni meccaniche dei vari tipi di nastro adesivo è diversa a seconda dello scopo per cui sono pensati

Nastro adesivo in polipropilene (PPL): il classico

E’ molto economico ed è il più comune in commercio. Ha un buon grado di resistenza ma la colla tende a deteriorarsi col tempo e con le variazioni di temperatura. Sottile e biodegradabile, la versione più diffusa è trasparente ed è larga circa 2 centimetri ma in commercio ce ne sono di varie misure e colori. Viene solitamente impiegato su carta e cartone e per l’imballaggio di scatole non troppo pesanti. In pratica è quello con cui chiudiamo i pacchi regalo e che abbiamo sulla scrivania in ufficio.

Nastro adesivo in PVC: lo scotch da pacchi

Anche questo tipo di nastro trova la sua applicazione principale nell’ambito dell’imballaggio ma, a differenza del PPL, garantisce maggior presa e resistenza ed è indicato per pacchi molto pesanti. Il PVC non è biodegradabile, la sua larghezza va dai 5 centimetri in su e la sua tenuta può durare anche molti anni. Non teme gli sbalzi di temperatura ed è di facile applicazione anche su superfici dalla forma irregolare.

Nastro adesivo isolante: quello dell'elettricista

E’ generalmente realizzato in acrilato o in PVC morbido. Ha elevata capacità isolante e resiste a temperature tra 0 e 90 gradi. E’ molto elastico e ha una ottima presa, per aderire facilmente a superfici come plastica e metallo. Il più venduto è quello a banda stretta da circa 3 centimetri ma è disponibile in misure maggiori per riparazioni più impegnative. Date queste sue caratteristiche, è perfetto per isolare fili elettrici ma viene spesso utilizzato anche per sigillare tubi idraulici.

Nastro adesivo telato o americano: il più resistente

E’ composto da una base in tela ricoperta da un rivestimento impermeabile, generalmente in polietilene. A seconda dei materiali della tela e del rivestimento, può essere super-resistente, idrorepellente e sopportare gli agenti atmosferici più estremi. Anche questo nastro è disponibile in diverse larghezze, per soddisfare varie esigenze. E’ impiegato sia per l’imballaggio industriale che per riparazioni di varia natura, anche da idraulici ed elettricisti. Nell’impiantistica, ad esempio, viene usato per rinforzo e riparazioni di condotti di ventilazione e riscaldamento.

Nastro adesivo sigillante: quello da idraulico

E’ un particolare tipo di nastro adesivo telato con alta capacità sigillante, chiamato Duct Tape. Generalmente composto di polietilene e gomma, resiste all’acqua e agli agenti atmosferici, è piuttosto largo (di solito almeno 5 centimetri) ed è in grado di aderire con forza ad un gran numero di superfici di diversi materiali. Queste caratteristiche lo rendono il nastro più usato per fermare perdite d’acqua da crepe e fessure. Quando si tratta di idraulica, però, un accessorio immancabile è il nastro in TPFE. Non è adesivo ma è molto morbido e di facile applicazione. Comunemente non è largo più di 2 centimetri ed è utilizzato soprattutto in ambito domestico, per sigillare giunzioni tra tubi, in sostituzione o in aggiunta alle consuete guarnizioni. Per tubazioni più grandi di quelle della doccia di casa, può essere indicato un nastro in silicone “autoagglomerante”. Anche quest’ultimo non è “adesivo” ma si fonde con sé stesso quando viene avvolto sulla conduttura.

Nastro adesivo in carta: per l'imbianchino e non solo

Il tipico nastro che si usa per la mascheratura quando si vernicia. Biodegradabile ed ecocompatibile, ha una superficie ruvida e scrivibile con penna, matita o pennarello. Si taglia facilmente con le mani ed aderisce a qualunque materiale: legno, intonaco, vetro, metallo, plastica… Ovviamente teme l’umidità. Anch’esso diffusissimo, è disponibile in diversi formati, colori e fantasie. Oltre che per chiudere pacchi e scatole, spesso è usato a scopo decorativo nel bricolage.

Nastro bi-adesivo: il jolly

E’ il più particolare e il meno diffuso tra i vari tipi di nastro di cui stiamo parlando. Come dice il nome stesso, ha la colla su entrambi i lati. In commercio, ne esistono una gran varietà. A seconda delle caratteristiche (materiale, dimensioni, resistenza, capacità collante) può essere applicato su diverse superfici, in modo temporaneo o permanente, in interno o in esterno. Per la sua versatilità, possiamo considerarlo quasi un "jolly" del fai-da-te.

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