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Le locandine dei film di Stanley Kubrick

Le locandine dei film di Stanley Kubrick

Locandine che passione. Per cinefili e collezionisti, per tutti gli appassionati che vogliono circondarsi con le immagini dei capolavori che hanno fatto la storia del cinema. Grandi, piccole, nuove o usate. Originali e riproduzioni. Il valore economico cambia, ma non quello affettivo. Soprattutto se si parla del cinema di Stanley Kubrick, uno dei più grandi maestri mai esistiti. È stato candidato 13 volte al Premio Oscar, ma lo ha vinto solo nel 1969 per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio. Follie hollywoodiane. Nel 1997 gli è stato assegnato il Leone d'oro alla Carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. La sua produzione cinematografica ha attraversato tutti i generi, dalla guerra (Paura e desiderio, Orizzonti di gloria, Full Metal Jacket) alla fantascienza (2001: Odissea nello spazio), con un’incursione nel peplum (Spartacus), per tuffarsi nella storia con Barry Lyndon. Senza dimenticare l’horror (Shining), le vicende drammatiche (Arancia meccanica e Eyes Wide Shut), il thriller (Il bacio dell'assassino, Rapina a mano armata), la satira (Il dottor Stranamore). Un genio dietro la macchina da presa, che ha iniziato la sua carriera a New York, come fotografo.

2001 – Odissea nello spazio

Un uomo-scimmia scopre che un osso può essere usato come arma. Quattro milioni di anni dopo, nel 2001, un’astronave parte dalla Terra per scoprire che cosa si nasconda dietro un enorme monolite nero, scoperto vicino alla base lunare di Clavius. La storia si sviluppa sulle note crescenti di Johann e Richard Strauss (Sul bel Danubio blu e Così parlò Zarathustra). 2001 – Odissea nello Spazio è l’opera più ambiziosa di Stanley Kubrik, scritta rielaborando tre racconti di Arthur C. Clark: La sentinella, Encounter in the Dawn, Guardian Angel. Al centro della narrazione c’è il legame che unisce l’uomo al tempo, allo spazio, alla scienza e all’evoluzione tecnologica.

Barry Lyndon

Barry Lyndon è la storia dell’ascesa e della caduta di un avventuriero guidato dall’ambizione, sullo sfondo del diciottesimo secolo. La sceneggiatura del film scritta da Stanley Kubrik è tratta da un romanzo di William M. Thackeray. Ogni scena fu girata con la luce naturale, compresi gli interni, illuminati solo da candele e lumi a olio. Per riuscirci, il regista dovette adoperare un particolare obiettivo prodotto dalla Zeiss, per i satelliti della NASA. Per rendere gli esterni molto realistici, si ispirò ai dipinti dei più famosi paesaggisti del Settecento, facendo le riprese in Inghilterra, Irlanda e Germania.

La locandina di Shining

Shining, ovvero la mitica “luccicanza” che ha creato un immaginario. È inverno, lo scrittore Jack Torrance (Jack Nicolson) accetta di fare da guardiano con la sua famiglia in un albergo isolato, in cui anni prima il custode aveva sterminato la famiglia. La storia rischia di ripetersi. Un thriller tratto da un romanzo di Stephen King, che indaga sulle radici del male. Molte scene sono state girate con l’utilizzo della steadycam, un particolare supporto meccanico su cui viene collocata la macchina da presa. A indossarlo è l’operatore, che può muoversi velocemente senza sobbalzi imprevisti. Per la rivista londinese Time Out, che ha stilato la classifica dei 100 migliori film horror di sempre, Shining si colloca al secondo posto, dopo L’esorcista. Un vero cult.

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