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Coronavirus, i presidi medicali per fermare la diffusione

presidi anti coronavirus
Fermare la diffusione del virus proteggendo se stessi e gli altri, ecco tutti i presidi utili

Dal gel igienizzante alle mascherine passando per gli sterilizzatori: quanti sono i presidi anti coronavirus?

L'emergenza dettata dal coronavirus ha reso familiari alcuni prodotti utili a contrastare la diffusione dell'epidemia. Alcuni durante il lockdown erano andati esauriti in breve tempo o venivano proposti a prezzi veramente esagerati.

 

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In questo articolo abbiamo cercato di raggruppare qui tutti quei presidi medicali che possono aiutare a frenare la diffusione di questo nuovo virus, che si può fermare anche solo con un po' di accortezza e igiene in più.

Acqua e sapone

Il suggerimento più importante per limitare il contagio è di curare in maniera meticolosa l'igiene delle mani. Bisogna lavarle con il sapone accuratamente, per diversi secondi. C'è chi dice che ne occorrano venti, chi dice sessanta, ma l'importante è farlo bene, lavando non solo il palmo ma anche il dorso, togliendo orologi, anelli e bracciali.

 

Le organizzazioni sanitarie non suggeriscono un tipo specifico di sapone da utilizzare. Molti studiosi raccomandano saponi neutri normali, non quelli "speciali", contenenti antibatterici, in quanto non avrebbero azione maggiore su virus. Anzi, alla lunga potrebbero generare resistenze nei batteri che li renderebbero pericolosi non solo per la persona che li utilizza ma anche per l'intero ambiente.

Gel igienizzanti e le salviette

Quando non ci si può lavare le mani con acqua e sapone, si possono utilizzare gel igienizzanti a base di alcol etilico o isopropanolo. Devono avere una concentrazione compresa tra il 60 e il 95%.

L'OMS suggerisce percentuali attorno al 75-80%. Una percentuale maggiore non indica necessariamente un'efficacia maggiore.

 

Per un uso corretto bisogna versare sulle mani la quantità di gel necessaria per poterla sfregare per i classici 20/30 secondi. I gel non sono efficaci se le mani non sono asciutte e se sono sporche. Se ci si trova all'aperto si possono utilizzare le salviette umide per rimuovere lo sporco, e poi utilizzare il gel per igienizzare.

Attenzione al corretto smaltimento: le salviette sono molto inquinanti se disperse nell'ambiente.

Prodotti per la pulizia di superfici e tessuti

Non ci sono ancora risultati di studi certi e specifici sulla sopravvivenza del coronavirus COVID-19 su oggetti e superfici.  Per gli abiti, il lavaggio in lavatrice con detersivo normale è sufficiente, senza esagerare con le dosi e temperature troppo alte. Anche in questo caso, per gli antibatterici da aggiungere al bucato, vale lo stesso discorso fatto in precedenza per le mani.

Vestiti che non si possono lavare troppo spesso possono essere igienizzati con il vapore, di cui parleremo dopo.

 

Per neutralizzare i virus dalle superfici, i prodotti più indicati sono quelli a base alcolica. Vanno bene anche il classico alcol rosa, l'etilico denaturato al 90-95%, e quelli basati sull'ipoclorito di sodio (candeggina). Di quest'ultima si possono utilizzare sia prodotti già diluiti, disponibili in genere negli spray, che quella pura, che va aggiunta all'acqua.

 

La candeggina richiede tempi più lunghi per la sterilizzazione rispetto all'alcol, per cui andrebbe lasciata agire lasciando superfici ed oggetti umidi. Secondo ACE la candeggina dei flaconi va diluita, in una percentuale di circa il 3,75%, cioè 150ml ogni 5 litri d'acqua.

La candeggina gentile non va utilizzata, perché contiene un principio attivo differente, ossia l'idrossido d'idrogeno o acqua ossigenata, stabilizzata con acido citrico.

Il vapore

I coronavirus studiati sinora hanno mostrato debolezza alle alte temperature. Per questo per cui torna utile un modo di pulire e sterilizzare che in Italia si è diffuso molto a partire dagli anni '80: la pulizia a vapore.

Un tempo piuttosto costosi, oggi i "vaporetti", nome commerciale di un modello di grande successo, si possono acquistare con cifre davvero contenute. Si parte da 50 euro per modelli multifunzione, che hanno sia la possibilità di lavare i pavimenti che di sterilizzare oggetti e superfici con accessori.

Il vaporetto rinfresca e sanifica gli abiti senza farli passare nella lavatrice. I vaporetti sono da sempre il mezzo migliore per pulire angoli nascosti e fessure dove gli altri strumenti di pulizia non sono efficaci, come le fughe dei pavimenti. Ovviamente per una vera azione germicida è necessario un minimo di impegno. Bisogna soffermarsi con il getto di vapore, che ricordiamo può superare abbondantemente i 100 gradi centigradi.

I vaporetti

Polti, il leader dei vaporetti, ha ottenuto la certificazione da parte di vari enti indipendenti, secondo cui i suoi Vaporetti sono in grado di neutralizzare fino al 99,99% di virus, inclusa l'influenza A/H1N1 (il CORVIR-19 è troppo recente e mancano gli studi). Secondo gli enti certificatori, è necessario irrorare la superficie o l'oggetto per circa 15 secondi. I vaporetti professionali, emettono vapore secco ad oltre 180°C e permettono di neutralizzare non solo il 99,99% dei virus ma anche altri patogeni e parassiti.

 

La pulizia a vapore è anche amica dell'ambiente perché non immette sostanze nocive di scarto. In più si risparmia acqua, visto che ne basta un litro per produrre 1000 litri di vapore. C'è solo il consumo elettrico come controparte, ma del resto per produrre e trasportare i detersivi e loro flaconi e imballi, si utilizza comunque una quantità non trascurabile di energia.

Le mascherine

Le mascherine non tutte sono uguali, ci sono quelle chirurgiche e i veri e propri respiratori. Le prime sono quelle che servono per tutelare gli altri,  mentre le seconde, quando dotate di certificazione, sono dotate di un'importante azione filtrante, che riesce a trattenere tutte le particelle di saliva in sospensione nell'aria, anche quelle più minute, e quindi anche il virus che si può trovarsi al loro interno.

 

Le mascherine chirurgiche moderne sono comunque dotate di più strati di filtrazione, che secondo alcuni studi recenti, farebbero contrarre il virus in maniera più blanda, facendo insomma un effetto vaccino. In ogni caso  per avere una certa efficacia, bisogna cambiare le chirurgiche dopo alcune ore d'uso, perché l'umidità indebolisce la loro efficacia.

 

Sebbene si sa che la mascherina chirurgica può proteggere dalle particelle grossolane, non ci sono prove che possa proteggere anche dagli aereosol, ovvero micro particelle in sospensione. Gli aereosol vengono sconfitti solo areando spesso i locali.

 

Le  mascherine professionali, i respiratori, creati per filtrare le polveri sottili, utili anche in caso di allergie, sono quelle dotati di certificazioni FFP2, N95 e FFP3, che trattengono rispettivamente il 92, 95 e 98% minimo di particelle. Alcuni modelli, più resistenti e duraturi, hanno le sembianze di maschere antigas senza visiera e sono realizzati in gomma/silicone a cui si applicano filtri sostituibili, disponibili per tutte le esigenze: alcuni produttori dichiarano esplicitamente che i loro respiratori sono in grado di proteggere anche dai virus in sospensione negli areosol.

 

In ogni caso, la maschera da sola non basta. La maschera non va mai toccata con le mani: a fine uso va tolta prendendola per gli elastici e non per il filtro, e smaltita in pattumiera senza toccarla. Alcune maschere monouso hanno in realtà una durata di varie ore, sufficienti, per un uso discontinuo di vari giorni, per andare ad esempio a fare la spesa, per un'ora una o due volte a settimana. Gli esperti suggeriscono comunque di sterilizzarle dopo l'uso con dell'alcol etilico, nebulizzandolo dalla parte esterna, oppure esponendola alla luce diretta del sole. Qui sotto trovate qualche link utile, qui invece un articolo sulle migliori mascherine antismog e antivirus.

Purificatori d'aria

Per depurare l'aria, lì dove non è possibile spalancare le finestre, l'unica soluzione è il purificatore d'aria, nato per eliminare dagli ambienti chiusi le pericolosissime polveri sottili e vari inquinanti.

 

Alcuni produttori dichiarano l'efficacia anche sui virus, grazie a filtri in grado di catturare particelle di dimensioni infinitesimali, ancor più piccole di 0,3 micron. Philips ad esempio, ha fatto certificare quest'azione antivirus da enti di certificazione indipendenti (sul virus influenzale A/H1N1). Qui trovate i consigli sui migliori purificatori d'aria.

Recuperatori / Scambiatori di calore

Facendo entrare aria pulita in casa attraverso le finestre in inverno si perde il caldo e in estate il fresco, ottenuti a caro prezzo con riscaldamento e condizionamento. Per evitare questo spreco ci sono i recuperatori o scambiatori di calore. Si tratta di strumenti simili agli areatori dei bagni che contengono elementi ceramici che catturano caldo o freddo interno per restituirli all'aria pulita in ingresso.

 

L'installazione è analoga a quella dei suddetti areatori da bagno. Il consumo elettrico è molto contenuto, e l'efficienza elevatissima, con un rendimento del 90%. Il vantaggio non sta solo nel risparmio economico sulle bollette ma anche nel poter disporre il ricambio d'aria quando è più opportuno, visto che tutti i modelli, anche i più semplici, possono essere programmati con un temporizzatore. In questo settore le aziende italiane sono leader, tra cui anche Fantini Cosmi, l'azienda celebre per i termostati degli impianti di riscaldamento.

Rilevatori di sintomi

Oltre agli strumenti per evitare il contagio, ci sono poi quelli per raccogliere dati da fornire al proprio medico in caso di sintomi. I più importanti sono il termometro e qui trovate tutti i nostri consigli, e il pulsossimetro, che rileva il tasso di ossigenazione del sangue, utilissimo a capire se la sensazione di mancanza d'aria sia solo di natura psicologica o sia reale.

 

Sappiamo sono difficili da trovare, ma qui trovate suggerimenti  utilissimi e anche delle alternative economiche.

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