È salito tre volte sul gradino più alto del podio mondiale di Formula 1 (nel 1975 e 1977 con la Ferrari, nel 1984 con la McLaren), ha dedicato la sua vita ai motori e alla velocità e, non contento dei successi sportivi, ne ha collezionati tanti anche come imprenditore fondando e dirigendo due compagnie aeree a cui ha dato il suo nome: la Lauda Air e la Niki. Sembrava irrefrenabile la corsa i Niki Lauda, il campione di F1 che è morto il 20 maggio 2019 in una clinica svizzera nella quale era stato ricoverato per problemi renali. Una carriera fatta di trionfi a livello sportivo e professionale: il campione di F1 ha disputato nella sua lunga carriera 171 Gran Premi, vincendone 25, segnando 24 pole position e altrettanti giri veloci. Ha guidato monoposto per March, BRM, Ferrari, Brabham e, infine, McLaren dopo avere diretto per due stagioni la Jaguar, è stato dal 2012 presidente non esecutivo della scuderia Mercedes AMG F1.
Alla sua vita, segnata dall’incidente in pista nel 1976, nel quale restò gravemente ustionato, sono stati dedicati libri e film. Un uomo che non si è mai fermato e che è stato capace di ripartire sempre a tutta velocità anche quando la salute lo ha messo a dura prova costringendolo a due trapianti di rene e a uno di polmone. Ma il campione era sempre ripartito rassicurando i suoi fan che non avrebbe mollato.
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