Toni Morrison aveva un modo di incedere maestoso e una voce calma e calda, capace di conquistare. Le sue parole sono state la sua forza, il suo strumento per indagare il reale alla ricerca della verità, per quanto dolorosa fosse. Prima e per ora unica afroamericana a vincere il Nobel per la Letteratura aveva messo al centro dei suoi undici romanzi e nove saggi proprio le storie degli schiavi africani in America. Storie così dolorose da essere indicibili, difficili da rielaborare, una madre che uccide la figlia per evitargli la schiavitù, il sottile razzismo dei neri per chi ha la pelle ancora più scura. Più facili da rimuovere che da elaborare e raccontare. Universali perchè senza tempo. Rese, tra l’altro, in una scrittura bellissima, intensa e avvolgente.
Il suo vero nome era Chloe Ardelia Wofford: scelse di farsi chiamare Toni perchè devota a Sant’Antonio da Padova. Il cognome invece era quello dell’ex marito, Morrison, con cui aveva firmato il primo manoscritto. Ci ripensò, ma ormai era troppo tardi, lo avevano già dato alle stampe.
Amatissima

Beloved. Amatissima. Come la figlia di Sethe. Così amata che per le la madre fa una scelta estrema e dolorosissima per non consegnarla a una vita di schiaviutù. Siamo negli anni precedenti la Guerra Civile e Sethe, per ribellarsi al proprio destino, fugge al Nord, verso la libertà. Rimane con una figlia, i due maschi se ne vanno, la suocera muore. L’arrivo di un compagno di schivitù Paul D, dopo 18 anni, sulla sua veranda, è lo spunto per ripercorrere quanto successo. “Nell’abbandonarsi alla tranquillità delle propria anima, aveva dimenticato l’esistenza di un’altra anima, quella della sua bambina. Chi avrebbe potuto pensare che nell’anima di una bambina potesse esserci tanta collera?”. Fino a quando incontrano una ragazza seduta davanti alla casa: ha i lineamenti di una bambina e dice di chiamarsi Beloved.
Amore

In sottofondo ancora la storia dei neri d’America, la schiavitù, la segregazione razziale, la nascita della consapevolezza, l’affermazione del proprio diritto a esistere. In primo piano le storie di cinque donne accomunate da qualcosa: la malia, più che influenza, che subiscono da parte di Bill Cosey, uomo dalle molte facce, troppe. Capace di influenzare la loro vita anche dopo la morte. Fino alla catarsi finale. Un libro sulle molte specie dell’amore, che è ossessione, desiderio, devastazione, ma anche carità.
L’occhio azzurro

Primo romanzo di Toni Morrison, è stato pubblicato nel 1970. Lettura consigliata a chi voglia capire da cosa è partita la scrittrice. Al centro, il desiderio di una bambina di colore di avere gli occhi azzurri come quelli di Shirley Temple. Anche qui si sviluppa la riflessione della condizione femminile nella comunità afroamericana in un periodo storico di tensioni razziali ma anche di difficili convivenze coniugali. Invidia, dolore, follia allo stato puro in un impasto doloroso fin dalle prime pagine
Gli altri libri di Toni Morrison: